martedì 26 ottobre 2010

giovedì 8 aprile 2010

Tracciare e misurare il buzz sui social media (4) | AAA Alex Badalic

Tracciare e misurare il buzz sui social media (4) | AAA Alex Badalic: "I social media non sono solo i soliti luoghi come Facebook, Twitter, MySpace, LinkedIn e così via. Molto prima che questi siti iniziassero la loro esistenza, c’erano già altri social media, meno importanti, meno spettacolari. L’idea stessa di Web 2.0 è nata dai blog, dai forum e dagli user group."

mercoledì 7 aprile 2010

MARK UP - Ascolto/2 - Sbagliare

MARK UP - Ascolto/2 - Sbagliare: "1. Ascolto sì, ma attivo
Ritorniamo sull'ascolto (vedere anche l'editoriale del numero di marzo) perché, per uscire dalla crisi, crediamo servano nuovi strumenti e, soprattutto, una contiguità più puntuale con il consumatore. Carrefour nel suo sito italiano funge ormai da portale. Interessante il sito Bambini-superstar.it per la struttura, l'articolazione e il coraggio di interessare, ricavando preziose informazioni, le mamme su singoli particolari della vita dei figli. La struttura passa dalle rubriche, alle ricette, alle papere, ovviamente dalle promozioni e dal forum. Quest'ultimo ha una segmentazione che spazia dalle chiacchiere a informazioni strutturate, financo legali, passando dai consigli per gli acquisti. Mediamente, dopo qualche giorno di osservazione, sembrano collegati circa 50 utenti contemporaneamente. Lo scopo è quello di costruire la community, apparentemente libera (si può addirittura vendere la casa), senza grandi problemi procedurali, ma, dove, a fianco di un'impostazione light si scorge la griglia di raccolta delle informazioni necessarie all'ascolto. Target principale la donna-mamma, ma anche tutta la famiglia e i loro comportamenti, sogni, bisogni e frustrazioni da cui l'insegna può ricavare informazioni commerciali preziose. Con la sottoscrizione a MyCarrefour avviene la segmentazione per singolo negozio eletto a proprio pdv e all'ascolto dettagliato per singolo utente."

martedì 6 aprile 2010

MARK UP - Intervista esclusiva a Carlo Sangalli

MARK UP - Intervista esclusiva a Carlo Sangalli: "Per il presidente della Confcommercio la crisi è temporanea e porterà a nuovi scenari. Verso la società della conoscenza con una qualità dei servizi alta. (Da MARK UP 187)"

Startupper il Blog su Startup e Impresa

Startupper il Blog su Startup e Impresa

Il Blog per i professionisti dello Startup d'Impresa

FocusFinanza - Consigli Utili per un risparmio consapevole - Focus Finanza

FocusFinanza - Consigli Utili per un risparmio consapevole - Focus Finanza
FocusFinanza.com nasce con l’intento di fornirti notizie, guide e approfondimenti su tematiche finanziarie in modo semplice, completo e trasparente.

lunedì 5 aprile 2010

Social Media Marketing tracking & ROI

Social Media Marketing tracking & ROI: "84% delle aziende non misura... Professionals Worlwide Who Measure the ROI of Their Social Media* Programs, August 2009 (% of respondents) * includes blogs, chat, discussion boards, microblogs, podcast, Measure ratings, social networks, video- 16% sharing, wikis, etc. Do not measure 84% (cc) Mirko Lalli - http://flavors.me/mkl Source: Mzinga and Babson Executive Education, “Social Software in Business” September 8, 2009 via: www.emarketer.com"

sabato 3 aprile 2010

Video Unitec - Gli avvitati - www.pminet.it

Video Unitec - Gli avvitati - www.pminet.it


Pmi, solide nonostante la crisi. Ma come aggredire i mercati emergenti? - Economia - Panorama.it

Pmi, solide nonostante la crisi. Ma come aggredire i mercati emergenti? - Economia - Panorama.it: "“I clienti all’estero cercano il prodotto italiano, ma spesso non riusciamo ad esportare in molti paesi i nostri marchi. Siamo ottimi produttori, ma pessimi venditori: dobbiamo migliorare questo aspetto e aprire nuovi mercati. Una strada facile per i grandi marchi, ma spesso impossibile per le piccole imprese”, prosegue il patron di Bag Spa, citata dal Financial Times nel 2008 come esempio di azienda che è riuscita a creare vantaggio competitivo non delocalizzando all’estero."

PMI: contro la crisi c'è il social network

PMI: contro la crisi c'è il social network: "Incentivi statali? Facilitazione del credito? Protezionismo del mercato? Se le ricette per uscire presto e bene dalla crisi si sono sprecate fin dal crack di Lehman Brothers nel settembre 2008, c'è anche chi si è armato di fantasia e non ha avuto timore di sperimentare nuove strade per rimettere in carreggiata il proprio business. È il caso per esempio delle piccole e medie imprese americane che, secondo lo Small Business Success Index, una ricerca finanziata da Network Solutions e condotta dal Center for Excellence in Service della Smith School of Business, avrebbero raddoppiato il loro uso delle piattaforme social per identificare nuove nicchie di mercato, promuovere i propri prodotti e fidelizzare i clienti."

Quando le imprese fanno rete....

Ho generato da poco uno spazio che vede come finalità quella di offrire pratica di strumenti della rete.

Nasce perchè sono convinto che la "distanza" tecnologica possa essere superata attraverso un metodo simile alla comunità di pratica. Ritornare a dare peso alla pratica delle cose credo sia una direzione corretta per affrontare il mare magnum delle a rete, con tutte le sfumeture che il termine stesso vuol indicare.

L'ambiente vuol essere collaborativo, senza titoli di autorità ma che abbia delle regole da seguire. In primis seguire il tema principale: Fare rete vuol dire trovare informazioni utili settoriali.

Per chi vuol far parte di questo esperimento, senza impegno, senza fee d'ingresso, solo una cosa è richiesta: LA VOGLIA DI CONOSCERE

Pmi Net

Dalle catene di valore alle reti di valore

Dalle catene di valore alle reti di valore: "Coniato da Michael Porter nel 1985 il termine catena del valore serviva a descrivere una sequenza o combinazione di una serie di nove attività che all’interno di un’azienda e di una organizzazione venivano identificate come capaci di generare valore aggiunto. Il valore veniva trovato nell’interazione tra queste attività e considerato come un modo per soddisfare meglio aspettative e bisogi del cliente. Punto di partenza di questa visione di Porter è una azienda statica, poco dinamica, molto regolare impegnata nelle nove attività sopra descritte, dalla produzione alla messa in commercio dei prodotti, con l’obiettivo di generare valore aggiunto per i propri clienti e mercati."

Il paradigma delle reti

Il paradigma delle reti: "Retidivalore segnala un testo scritto e pubblicato dagli studenti del Dottorato di Ricerca in Management dell'Università LUISS di Roma nella collana SL Quaderni, Edizioni Franco Angeli. Attraverso una rilettura, che passa da una rappresentazione lineare a quella multidimensionale tipica dei network, del fondamentale paradigma dell'Economista Industriale Bain (Struttura del mercato - Condotta dell'impresa - Performance) gli studenti provano a ricostruire da diversi punti di vista ciò che la letteratura recente ha prodotto sul tema dell'allineamento in un'ottica di rete integrando il lavoro con numerosi riferimenti a casi reali.
Fino ad oggi l'economia industriale si è retta sulla logica: mercato/prestazioni dell'impresa/prodotto/servizio; più recentemente gli studiosi di management stanno rileggendo le analisi precedenti osservando nuove realtà organizzative con una diversa lente: quella delle reti. In questo quadro, gli autori analizzano, rispetto all'allineamento esterno, come la Apple ha affrontato la convergenza tecnologica di diversi mercati con lo sviluppo dell'i-tunes music store, come nascono le reti internazionali delle imprese multinazionali per rispondere a diverse tipologie di pressioni e come la responsabilità sociale d'impresa possa diventare uno strumento di allineamento alle logiche esterne al contesto aziendale. Emerge un quadro nel quale le aziende fanno fronte alla turbolenza crescente dell'ambiente in cui operano con una capacità di adattamento sempre più spinta ed integrata."

Reti di imprese

Reti di imprese: "In ter­mini strate­gici la Rete di Imp­rese deve ten­dere a con­fig­u­rarsi quasi come una Impresa Rete : “L’Impresa Rete è una unica azienda scissa in più unità orga­niz­za­tive inter­con­nesse fra di loro. Le sin­gole unità orga­niz­za­tive non hanno autono­mia strate­gica in quanto mem­bri dello stesso soggetto eco­nom­ico”.

Esitono varie tipologe di rete di imp­rese.

1. La rete oriz­zon­tale : in qeusta rete tutti i com­po­nenti hanno pari dignità, un po’ come si real­izza nei con­sorzi che pos­sono essere con­siderati vere e pro­prie reti d’impresa primordiali.”
2. La rete ver­ti­cale : in questa tipologia di rete un’azienda leader, chia­mata ‘nodo’ guida le altre det­tando le regole”
3. La rete mista : una rete nella quale di volta in volta, a sec­onda delle con­dizioni di mer­cato si ven­gono a creare dei ‘nodi’ che hanno un ruolo di cen­tro motore per tutto il sis­tema”"

Come diventare imprenditori... in 3D | Software | PMI.it

Come diventare imprenditori... in 3D | Software | PMI.it: "Anche un videogame può insegnare a diventare imprenditori: è il caso di 'Ma cyber auto-entreprise', gioco online fortemente voluto dal ministero delle Finanze francese per promuovere la figura dell'auto-imprenditore, nata per rispondere alla crisi economica."

Marketing d'acquisto e gestione fornitori | Marketing | PMI.it

Marketing d'acquisto e gestione fornitori | Marketing | PMI.it: "«Se non puoi combattere il nemico, alleati con lui»: forse è questo il principio che ispira le nuove logiche del Marketing, da qualche tempo applicate non solo alle relazioni con i clienti ma anche con i fornitori, non più virtuali 'nemici dell'azienda” perché portatori di 'costi'."

Tutorial per PMI | PMI.it

Tutorial per PMI | PMI.it

tutte le funzioni principali che servono alla pmi in un sito....

Costruire network sociali di successo

Costruire network sociali di successo: "Il successo e lo sviluppo delle reti sociali non è scontato, dipende molto dal contributo di ogni individuo che partecipa alla comunità della rete in termini di competenze, esperienze, comportamenti, conoscenze e specificità personali. Benchè queste caratteristiche possano valere anche per realtà non reticolari, le reti sociali richiedono approcci e modalità relazionali molto diverse da quelle tipiche di organizzazioni gerarchiche e più tradizionali. La lezione da apprendere per tutti coloro che vogliono sviluppare strategie organizzative fondate sulle reti socialiè diriconoscere e comprendere la differenza tra i due approcci. Per alcuni studiosi delle reti le competenze fondamentali sulle quali lavorare per facilitare il successo delle nuove organizzazioni reticolari sono la leadership, lo sviluppo della rete, la capacità di misurare l'impatto, la comunicazione, il livello di cambiamento e innovazione introdotti, le modalità con cui si definiscono le regole di ingaggio, l'apprendimento continuo, la mobilitazione di nuove risorse."

venerdì 2 aprile 2010

MARK UP - Distretti del commercio, perno di un nuovo marketing territoriale

MARK UP - Distretti del commercio, perno di un nuovo marketing territoriale: "i distretti del commercio non possono svilupparsi secondo un modello unico, magari copiato da soluzioni già sperimentate a livello nazionale o internazionale, ma devono tenere conto delle specifiche vocazioni territoriali per implementare strategie coerenti con la situazione competitiva e con le risorse disponibili sul piano delle attrattive turistiche e commerciali."

mercoledì 31 marzo 2010

Social Media Corner: I social media per l'advocacy

Social Media Corner: I social media per l'advocacy: "Interessantissima presentazione su come i social media possano aiutare nel creare attenzione e raccolta di fondi per campagne volte a sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema sociale"

lunedì 29 marzo 2010

Comunicare 2.0 in Toscana Group News | LinkedIn

Comunicare 2.0 in Toscana Group News | LinkedIn: "Come cambia il modo di fare comunicazione nell'era del social media? Quali sono le motivazioni che dovrebbero spingere una grande azienda all’adozione di strumenti innovativi di web 2.0? Cosa significa migrare in maniera efficace ed indolore verso piattaforme Web 2.0?"

La Camera di Commercio di Milano per le PMI in rete

La Camera di Commercio di Milano per le PMI in rete: "# le PMI devono lavorare per mantenere il loro business e non hanno tempo da distogliere da tale azione se non per opportunità mirate allo scopo;
# le PMI hanno difficoltà intrinseche (numero di persone, età e formazione, vincoli operativi, ecc.) per colmare il loro 'digital divide' culturale e quindi hanno anche bisogno di capire in modo concreto quanto si sta loro prospettando;
# molto spesso le PMI 'non ci credono' cioè, da una parte, non ritengono che l'ICT sia una soluzione coerente con la dimensione dei loro problemi (è un 'lusso') o, dall'altra, sono rimaste scottate da esperienze 'miracolistiche' che hanno invece prodotto risultati non adeguati alle aspettative o, peggio, un sovraccarico di problemi gestionali e/o operativi rispetto alle necessità coperte;
# per una quota non piccola delle PMI che 'ci credono', l'applicazione dell'ICT è ancora circoscritta a processi meramente informativi e promozionali, cioè non incide profondamente sulle strategie e sull'organizzazione. In alcuni casi - soprattutto per le attività di dimensioni minori e nei settori più tradizionali - esse sono ancora nella fase dell'alfabetizzazione informatica."

Lezione 9: Gli effetti di rete

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The Social Media Bubble - Umair Haque - Harvard Business Review

The Social Media Bubble - Umair Haque - Harvard Business Review: "I'd like to advance a hypothesis: Despite all the excitement surrounding social media, the Internet isn't connecting us as much as we think it is. It's largely home to weak, artificial connections, what I call thin relationships."

domenica 28 marzo 2010

L'uscita dalla crisi passa attraverso il "fare Rete". L'intervista a Domenico Palmieri.

L'uscita dalla crisi passa attraverso il "fare Rete". L'intervista a Domenico Palmieri.: "Ing. Palmieri, dopo gli ultimi, difficili 24 mesi, e osservando il panorama internazionale (USA, ma anche Francia…) quale è il sentimento verso le piccole e medie dimensioni delle imprese italiane?
Le dimensioni delle nostre imprese sono mediamente modeste e questa è una caratteristica strutturale del nostro sistema industriale che crea indubbiamente un ostacolo oggettivo alla competizione sui mercati allargati su cui si opera oggi.
Questa difficoltà rischia di rendere più gravi le conseguenze delle crisi congiunturali e più difficile la ripresa."

Business Innovation Management: un approccio metodologico

Business Innovation Management: un approccio metodologico: "Meglio prevenzione che risanamento
Le aziende dovrebbero pensare di più, oltre al business di oggi anche a quello di domani, sempre e in modo strutturato. Molte volte è proprio la mancanza di questa attenzione che le porta a perdere le posizioni acquisite e ad uscire dai mercati."

sabato 27 marzo 2010

Quando la strategia è un «problema maligno» Commento di Carlo Mazzucchelli | Harvard Business Review

Quando la strategia è un «problema maligno» Commento di Carlo Mazzucchelli | Harvard Business Review: "Nel mondo complesso di oggi, le aziende si trovano spesso alle prese con problemi strategici complessi, ossia non sono solo difficili o persistenti, ma anche «maligni», un termine usato dai pianificatori urbani per designare i problemi che non si possono risolvere definitivamente. La miseria e il terrorismo sono due tipici problemi maligni. Un problema maligno ha un’infinità di cause, si modifica costantemente e non ha una soluzione univoca. Ma con l’approccio giusto si può tenere a bada."

mappe_mentali_blog

mappe_mentali_blog

Reti di imprese

Reti di imprese: "In ter­mini strate­gici la Rete di Imp­rese deve ten­dere a con­fig­u­rarsi quasi come una Impresa Rete : “L’Impresa Rete è una unica azienda scissa in più unità orga­niz­za­tive inter­con­nesse fra di loro. Le sin­gole unità orga­niz­za­tive non hanno autono­mia strate­gica in quanto mem­bri dello stesso soggetto eco­nom­ico”."

mercoledì 24 marzo 2010

Seth's Blog: Small is the new big

Seth's Blog: Small is the new big: "Small is the new big

Big used to matter. Big meant economies of scale. (You never hear about “economies of tiny” do you?) People, usually guys, often ex-Marines, wanted to be CEO of a big company. The Fortune 500 is where people went to make… a fortune.

There was a good reason for this. Value was added in ways that big organizations were good at. Value was added with efficient manufacturing, widespread distribution and very large R&D staffs. Value came from hundreds of operators standing by and from nine-figure TV ad budgets. Value came from a huge sales force."

La comunicazione aziendale è sempre più multicanale e interattiva

La comunicazione aziendale è sempre più multicanale e interattiva

martedì 23 marzo 2010

MARK UP - Sugli store brand il consumatore pare più avanti degli stessi retailer

Mediamente il cliente italiano non circonda la marca commerciale di una conoscenza ideologica. Ma la considera ormai una parte integrante dei percorsi di spesa che gli vengono proposti dalla varie catene. Ha avuto modo di riscontrarne la presenza nei molteplici negozi che utilizza per la propria spesa complessiva e ne percepisce, anzi, una presenza più larga e ampia di quanto non avvenga nella realtà. La clientela sta infatti considerando in maniera crescente alla stregua di marche del distributore tutte quelle marche indipendenti che hanno una basso tasso di notorietà o che, semplicemente, non sono conosciute personalmente come marca industriale. È chiaro che i confini fra brand di fantasia e brand regionali, di piccoli-medi produttori, di secondo/terzo livello in portfolio va progressivamente a sparire.
Se c’è un aspetto sul quale i target group di consumo in Italia paiono ancora scivolare in tema di store brand questo riguarda proprio i confini distributivi, i punti di vendita trattanti. Più intuitivo nel caso di marche d’insegna (con qualche difficoltà in più per quanto concerne le insegne associate), parecchio confuso il quadro se ci si sposta verso brand proposti in multinsegna da gruppi multicanale, brand di alleanza, di fantasia, di premium price, biologici e valori speciali.


MARK UP - Sugli store brand il consumatore pare più avanti degli stessi retailer